KATA

 

 

Il termine “Kata” significa “forma”, “archetipo”, ovvero ciò che rappresenta un modello antico fondamentale contenente i propri codici essenziali di strutturazione. Il Kata si presenta con delle sequenze di movimenti codificati (raggruppamento di tecniche secondo un ordine sistematico già stabilito) automatizzati, stabilizzati a livello coordinativo, secondo parametri il più precisi ed uguali a se stessi con l’ individuo che agisce da solo senza percepire stimoli esterni.  

La qualità primaria che un esecutore di kata deve comunicare è quella di interpretare un combattimento, seppur simulato, contro avversari immaginari e all’interno di una forma preordinata, in cui sia presente lo spirito dello ZANSHIN, ossia lo stato di prontezza e di elevata carica attentiva che deve caratterizzare anche le circostanze di calma apparente.


La spettacolarità di un kata sta nella sua massima espressione e nella ottimale estrinsecazione della sua essenza, ovvero dal fatto di essere globalmente e intensamente significativa sotto il profilo della marzialità, rivelando e rispecchiando in modo ottimale l’identità della disciplina che rappresenta.

Le caratteristiche che qualificano un kata sono:
- codificazione posturale;
- codificazione finalizzata del gesto tecnico (attacchi e parate);
- codificazione dei ritmi (scansioni temporali) basata sul significato del gesto motorio;
- armonia di struttura;
- dosata complessità globale;
- versatilità tecnico gestuale (bilateralità, simmetria);
- equilibrio di impegno motorio (fasi acrobatiche non inflazionate);
- alto livello tecnico-tattico;
- intelligenza strategica del tracciato (embusen).

Nel kata la gestualità è multiforme e si deve concretizzare attraverso un dinamismo motorio polivalente, ove la varietà dei gesti originari dell’arte marziale e le azioni acrobatiche si fondono, dando luogo ad una nobile espressione formale dalle connotazioni specifiche.
Un kata è da ritenersi globalmente significativo quando la sua struttura è tale da lasciar trasparire un ordito tattico sufficientemente complesso e un configurazione che nasce da un orientamento strategico finalizzato al combattimento contro più avversari.

Il karate è un’arte marziale – uno sport se si vuole essere riduttivi – che, configurandosi come pratica e come disciplina, in una dualità psicofisica inscindibile, si può definire “a misura di bambino”. Il Karate insegna innanzitutto il rispetto reciproco e l’autocontrollo