Gli antichi romani usavano dire mens sana in corpore sano: una mente attiva è tale solo se tutto l’organismo sta bene e questo grazie ad una sana alimentazione e, soprattutto, tanta attività fisica. Del resto, gli antichi, a Roma e in Grecia, incentivavano la pratica di molti sport, soprattutto nei giovani, perché l’idea portante era: il movimento aiuta a crescere sani. E avevano ragione: muoversi fa bene al corpo e alla mente, anche per quanto riguarda la resa scolastica. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori americani, sono state analizzate le abitudini di oltre 300 studenti delle scuole medie ed è stato provato binomio sport regolare uguale a migliore rendimento scolastico.
Se fai sport andrai meglio a scuola
Lo studio è stato svolto dal dipartimento di kinesiologia e a quello di epidemiologia dell’Università del Tennessee, a Knoxville, su 312 studenti delle scuole medie, con l’obiettivo
di chiarire il rapporto tra rendimento scolastico e livello di fitness dei ragazzi. Sono state prese in considerazione le pagelle ma sono anche stati utilizzati test, obiettivi e
standardizzati, di valutazione delle capacità di apprendimento indipendenti dal giudizio dei professori. Inoltre è stato monitorato il livello di forma fisica di ciascun ragazzo,
calcolando l’indice di massa corporea, la forza muscolare, la flessibilità dei muscoli e la resistenza: quest’ultimo aspetto è stato calcolato proponendo ai ragazzi di mettersi alla
prova con la corsa, la staffetta ed esercizi vari a corpo libero. Secondo il dottor Dawn Coe, al più alto punteggio di fitness corrispondono migliori capacità di apprendimento e di
rendimento scolastico. Al contrario, i ragazzi che avevano un basso punteggio in forma fisica, erano anche quelli con rendimento basso e voti meno soddisfacenti. Una ragione in più
per mantenere e anzi migliorare l’ora di educazione fisica a scuola, che è connessa alla resa nelle altre materie. La ricerca è sicuramente interessante e anche noi, in Italia, dove
l’attività motoria è decisamente l’ultima ruota del carro tra le attività didattiche, dovremmo rifletterci e prenderla come spunto per migliorare l’offerta di attività fisica ai
ragazzi.
Più muscoli maggiore intelligenza
Inoltre, lo studio finalmente sfata l’equazione “tutto muscoli, niente cervello”: evidentemente i ragazzini che fanno sport – senza esagerazione – hanno tutto da guadagnare in
intelligenza. La ricerca fa anche tramontare definitivamente l’immagine opposta, quella del ragazzino troppo gracile, o, al contrario, un po’ sovrappeso, alla quale da sempre si
associa l’ideale di studente bravo a scuola che trascorre tutto il suo tempo sui libri. Evidentemente, passare l’intera giornata in casa a studiare, senza uscire all’aperto per
giocare o praticare un’oretta di nuoto o di tennis non è poi così produttivo. L’effetto positivo dello sport si può spiegare in tanti modi. Prima di tutto il movimento attiva la
circolazione sanguigna e il sangue, pompando energicamente in tutti i distretti del corpo, nutre adeguatamente anche le cellule neuronali, apportando ossigeno e quindi permettendo
alle sinapsi, i punti di collegamento tra i neuroni, di trasmettere i messaggi intellettivi in modo più pronto e veloce. Un’ora di sport prima di un pomeriggio di studio, o a metà,
aiuta a svolgere in modo più attivo gli impegni intellettuali. Inoltre, lo sport aiuta a socializzare con i coetanei oltre che a mantenersi in forma, buttando giù i chili di troppo e
rassodando il fisico: tutto questo contribuisce a una migliore percezione di sé traducendosi in una forma di autostima e di maggiore apertura verso il mondo e, quindi, anche verso lo
studio. Per questo, è importante abituare i bambini a fare sport fin dai primi anni delle elementari. Non occorre strafare e, soprattutto, non occorre sottoporre i bambini a un
esercizio fisico che loro non apprezzano: lasciamoli scegliere. Che sia danza o pallavolo, nuoto o tennis, calcio o basket, l’importante è che lo sport sia visto come un piacere. Solo
così può svolgere i benefici effetti sul corpo e sulla mente.
Giorgia Andretti